Interviste per "Il territorio nella rete", forum e tavola rotonda sulla cartografia partecipata e la piattaforma reter.org che si terranno a Roma il 21/06/2016.

Prima parte dell'intervista a Federica Timeto, partendo dall'evoluzione del cyberspace. Ciò che definiamo oggi come rete, web, internet, che non è più lo stesso spazio che conoscevamo qualche tempo fa.

Il cyberspazio, a cui far riferimento come ambiente mediale più che parlare di nuove tecnologie, è sempre più locativo ma anche sempre più mobile.
È cambiato il paradigma di interpretazione di quello che ci circonda, in cui siamo immersi, un tecnospazio condiviso tra umani e macchine, in cui facciamo esperienza di mediazione e ibridazione. Questo ci porta a ridefinire il modo di pensare al rapporto tra tecnologia e società, di interpretare e vivere una socialità aumentata in termini di tecnosocialità in un agire congiunto macchina-essere umano. Un concatenamento tra la materia e l'informazione, tra realtà e virtualità.
Definizione del geografo Nigel Thrift, fondatore della teoria non rappresentazionale: viviamo immersi in una etologia informazionale continua. Ovvero, l'informazione, la virtualità, il digitale, il code/space non sta più fuori dalla realtà ma è lo stesso farsi della realtà.
Secondo una lettura distopica la pervasività schiacciante, ineludibile di codice, algoritmo, dati numerici, una matematizzazione della società, è funzionale alla sorveglianza, ma soprattutto al controllo, al governo degli effetti che non guarda all'aspetto cause. Cause sociali, devianze o possibili alternative rispetto al modello maggioritario.
D'altra parte l'ambiente mediale immersivo apre un putiferio di nuove possibilità, anche tattiche nello spazio sociale.
Il punto sta nel come si guarda. Bisogna totalmente abbandonare sia la prospettiva utopica (pensiamo alla teoria femminista) che dominava in molte letture del cyberspazio, che quella distopica che è l'esatto speculare, assumendo invece una prospettiva situata. Quindi collocarsi per rendersi conto che lo spazio, qualsiasi esso sia, cyberspazio o codespace, non esiste in sé, in astratto, ma è sempre un reticolo di relazioni.