Interviste per "Il territorio nella rete", forum e tavola rotonda sulla cartografia partecipata e la piattaforma reter.org che si terranno a Roma il 21/06/2016.

Prima parte della videointervista a Maurizio Napolitano 'Napo'.
Da OpenStreetMap alla volontà e utilità di sviluppare una piattaforma territoriale.

Il tema è che le persone puntano all'obiettivo di risolvere un problema in fretta, usando gli strumenti che trovano, i più semplici e immediatamente disponibili, soprattutto se non hanno capacità tecniche per scendere di livello.

Un caso esemplare è quello di Davide Ondertoller di Portobeseno, il cui ultimo progetto è "E a te come ti suona" fatto per Riva del Garda.
Dopo essere partito dallo sviluppo di un software specifico, Davide ha cambiato strategia. Messi i contenuti su piattaforme diverse, da Internet Archive, YouTube o Flickr, si è occupato solo di assemblarli componendo una tabella tramite cui associare coordinate geografiche e costruire la mappa con Umap assemblando il tutto. Da cui è possibile anche esportare i dati, permettendone così il riuso.

La morale è quindi partire da singoli task e sviluppare il lavoro in direzioni diverse e con modalità e strumenti differenti, rapportandosi con mediatori aventi caratteristiche diverse, usando strumenti appropriati e facilitando il lavoro con best practices sul come fare. Si ha così spazio per tutti, dall'anziano al giovane hacker, per poi in un secondo momento mettere insieme i pezzi con un'unica applicazione. Il tutto facendo sempre attenzione nel dare la possibilità di riusare i dati rilasciandoli in formati open e lavorare nell'attivazione di una comunità.

Un altro caso simpatico è quello di Vervò, paesino di 900 abitanti del Trentino, che per mappare i sentieri ha fatto un progetto per i giovani investendo una piccola cifra in denaro per premiare il maggior contributore. Il problema che si è verificato al momento della premiazione è che il vincitore non era propriamente nella categoria per cui era stato pensato il premio perché ottantaseienne. L'ex maestro del paese, che aveva scritto libri tra cui i toponimi della Val di Non.

Anche da questa storia la morale che se ne trae è che con un buon tasso di scolarità e tempo/voglia permettendo, tutti possono contribuire ad una comunità di mappatura. A partire proprio dagli anziani che magari hanno più tempo a disposizione, purché si individui per ognuno lo strumento più adeguato da usare.

"Bisogna prima che i cavalli corrano, quando hanno imparato a correre possiamo imparargli altre cose. Se arriviamo dicendo che dobbiamo usare questa e quest'altra piattaforma, spesso, non sempre, rischiamo che il grande progetto muoia".